Una cashless society è, tradotto letteralmente, una società senza contanti (no cash); una società in cui tutti i pagamenti avvengono attraverso sistemi digitali, e in cui – di conseguenza – rimanga traccia di tutte le transazioni.
Con le sue mosse, anche recenti (vedi cashback di stato), il governo italiano sembra voler spingere il nostro paese verso questo tipo di società, incentivando i cittadini ad utilizzare metodi di pagamento quali carte di credito e di debito. Lo sviluppo tecnologico, d’altronde, va tutto in questa direzione, se pensiamo che oggi è possibile inviare denaro a distanza in maniera praticamente immediata, e pagare con lo smartphone o lo smartwatch.
Ma un cashless society è davvero possibile? E quali sarebbero le conseguenze.
Le cashless society nel mondo
A dare un’occhiata a quello che succede in diverse parti del mondo, una cashless society sembra proprio essere possibile. Ci sono paesi, come la Svezia, dove la cashless society è praticamente già una realtà: con l’85% della popolazione che ha accesso all’online banking, oggi in Svezia solo il 2% delle transazioni avviene in contanti.
Il passaggio al cashless avviene anche grazie all’utilizzo di app, come PayPal o Satispay. In Svezia, più del 50% dei cittadini utilizza una app chiama Swish per i pagamenti, tanto che nella parte dei negozi i pagamenti in contanti vengono addirittura rifiutati.
Un’altra realtà molto vicina alla cashless society è quella della Cina. Qui, la maggior parte dei pagamenti avvengono con lo smartphone, scansionando i QR code, mentre per i pagamenti a distanza e online utilizzano molto WeChat Pay e Alipay.
E l’Italia?
Italia Cashless
L’Italia è piuttosto indietro nella sua strada verso una cashless society: è 23° nella classifica del Cashless Society Index del 2020 (su 28 paesi!). Nonostante i progressi recenti, con la crescita dei pagamenti digitali, e le mosse del governo a incentivare l’utilizzo di carte di credito e debito, l’Italia rimane ancora un paese molto legato ai contanti.
Ci sono grosse premesse ed aspettative nel forte interesse che le criptovalute e progetti di finanza decentralizzata come OlympusDAO o TIME stanno avendo in questi anni anche in Italia. Molti italiani hanno infatti deciso di acquistare criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Solana, Algorand e Dogecoin, tramite exchange come Binance, il che agevolerebbe molto la conversione in una no cash society.
Cashless society: i pro e contro
E’ indubbio che vi siano numerosi vantaggi nel raggiungere una società senza contanti: i pagamenti sarebbero più veloci e più comodi (anche se forse i signori anziani non sarebbero d’accordo!), combattere l’evasione fiscale diventerebbe molto più facile, il tasso di criminalità legato ai piccoli furti e alle banconote false crollerebbe, e l’impatto ambientale dei pagamenti digitali rispetto alle vecchie banconote e monete si riduce drasticamente.
Ma ci sono anche degli svantaggi? Più che svantaggi, si evidenziano delle difficoltà da superare. Abbiamo già accennato, per esempio, che in Italia vive più di una generazione per la quale sarebbe impossibile imparare a muoversi in una società completamente cashless.
Il secondo problema è di tipo sociale: una cashless society è possibile solo quando tutta la popolazione può avere accesso ai sistemi di pagamento digitali, che significa internet, uno smartphone, un reddito, un lavoro regolarmente retribuito.
Anche se le difficoltà ci sono, però, per l’Italia il traguardo di una cashless society non sembra irrangiubili, o – per lo meno – uno sviluppo a riguardo che le permetta di scalare la classifica dell’Europa e togliersi da quello scomodo terzultimo posto!
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